In evidenza questa settimana:
Il terzo trimestre si è concluso in modo favorevole alle classi di attivo rischiose, benché nell’azionario sia stato penalizzato il mercato europeo, che sconta il peso significativo dei finanziari a fronte di una minor rilevanza della tecnologia. I rendimenti governativi hanno stabilizzato a livelli compressi, pur avendo ormai superato i minimi estivi.
Il prezzo dell’oro ha beneficiato dell’aumento delle aspettative d’inflazione negli Stati Uniti e del conseguente calo dei rendimenti reali a lungo termine, un movimento che tuttavia si è interrotto nelle ultime settimane.
Il quarto trimestre inizia all’insegna dell’incertezza sul fronte Covid: il trend mondiale resta quello di una complessiva stabilizzazione dei contagi, ma con ampie divergenze tra aree. I
I contagi hanno infatti stabilizzato negli Stati Uniti, mentre registrano una netta accelerazione in Francia, Spagna e Regno Unito, a fronte di aumenti più contenuti in Germania e Italia. In positivo tuttavia, l’aumento dei contagi non si è finora accompagnato né ad un aumento preoccupante dei tassi di ospedalizzazione e di mortalità, né a una brusca riduzione degli indici di mobilità.
Questo contesto prefigura un netto rallentamento della crescita economica nei mesi finali del 2020 e a inizio 2021: dopo un balzo a doppia cifra nei mesi estivi, la crescita del PIL dovrebbe decelerare bruscamente a tassi stimabili tra 2% e 3% negli Stati Uniti e in area euro.
Nonostante il rallentamento, il nostro scenario prevede il proseguimento dell’espansione nel 2021 senza nuove ricadute recessive. Questa previsione sconta due ipotesi fondamentali. La prima è che si verificheranno nuove restrizioni mirate all’attività economica ma non nuovi lockdown nazionali come la scorsa primavera. La seconda ipotesi è che la nuova Amministrazione che uscirà dalle elezioni presidenziali USA approvi un nuovo piano di stimolo fiscale per il 2021.
Osserviamo che gli sviluppi sanitari rappresentano il principale fattore di rischio alle stime di crescita globale, anche in positivo, qualora si trovasse un vaccino entro la prima metà del 2021.
In tema di politica fiscale, questa settimana il governo italiano ha pubblicato la NaDef, la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, che definisce il quadro macroeconomico e fiscale della Legge di Bilancio per i prossimi anni.
L’aggiustamento fiscale è basato sulla crescita con un contributo determinante dei fondi europei: dopo un calo del PIL del 9% quest’anno, il governo stima un’accelerazione della crescita a 6% nel 2021, e a ritmi elevati anche nei due anni successivi. Il livello di deficit è fissato a 7% del PIL nel 2021.lUn contributo importante alla graduale stabilizzazione del rapporto debito/PIL giungerebbe anche dal contenimento della spesa per interessi, grazie agli acquisti di titoli pubblici da parte della BCE e al risparmio consentito dai prestiti europei.
L’espansione fiscale per il prossimo anno includerebbe circa 20 mld di fondi europei, erogati tramite il Recovery and Resilience Fund. Il governo ha già calendarizzato la distribuzione degli aiuti anche per gli anni successivi anticipando il più possibile l’utilizzo dei sussidi rispetto ai prestiti, in modo da ridurre l’impatto sul deficit nei prossimi tre anni.
Come spesso accade all’inizio di un nuovo anno, le prime settimane del 2021 hanno visto proseguire nei mercati azionari i trend che hanno caratterizzato le ultime settimane del 2020, anche in termini di performance relativa tra aree geografiche e settori: la propensione al rischio degli investitori ha premiato l’azionario emergente e il Giappone, e in misura più contenuta l’Europa, rispetto agli Stati Uniti.
Dopo il recupero eccezionale di novembre, il mese di dicembre ha visto un generale consolidamento dei mercati azionari...
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